Onen i-Estel Edain, ú-chebin estel anim.
Il linnod, o lamento, che Gilraen disse a suo figlio Aragorn l’ultima volta che lo vide, tradotto in una nota a piè di pagina con:
“Ho dato la speranza ai Dúnedain, non ne ho conservata per me [stessa]”.
Questo linnod è formato da due parti che analizziamo separatamente.
La prima è formata da onen, probabile prima persona passata irregolare del verbo onna- = “generare, causare” (quella regolare sarebbe onnen), traducibile quindi con “generai, causai”, e dalla costruzione genitiva costituita da i = “il”, dal sostantivo estel = “speranza” e dal sostantivo Edain = “Uomini (delle Tre Case)” (singolare adan); la traduzione dovrebbe quindi essere: “Generai la speranza degli Uomini”.
La seconda parte è formata dal presente ú-chebin = “non conservo”, costituito dal prefisso negativo ú- e da chebin < mmo di hebin= “tengo, conservo” (derivato dal verbo heb- = “tenere, conservare”), dal sostantivo estel = “speranza” e dal pronome anim = “per me stesso”; la traduzione dovrebbe quindi essere: “non conservo speranza per me stessa”.
Il Fosso di Helm