La canzone che Frodo ascolta nel Salone del Fuoco di Imaldris, tradotta in inglese nel volume “The Road Goes Ever On”, non pubblicato in Italia. La mia traduzione dall’inglese è “O Elbereth che accendi le stelle (Starkindler in originale) / (bianche) faville che digradano scintillanti come gioielli / dal firmamento [la] gloria della volta stellata! / A remote distanze contemplando lontano / da [i] paesaggi intessuti di alberi della Terra-di-Mezzo / Semprebianca, a cui va il mio canto / da questa riva dell’oceano, qui da questa parte del Grande Oceano!”. Analizziamo ogni singolo verso separatamente
Il primo verso si apre con il vocativo a = “o” (da non confondere con la congiunzione a = “e”), seguono poi il nome proprio Elbereth = “Regina delle Stelle” l’appellativo Sindarin per Varda, sposa di Manwë, e l’appellativo Gilthoniel = “[Colei] che Accende le Stelle”.
Il secondo verso si apre con l’aggettivo silivren = “(bianco) sfavillante”, seguito dal presente penna = “digrada” (derivato dal verbo penna- = “digradare”) e dall’aggettivo míriel = “scintillante come gioielli” (derivato da mîr = “gioiello”).
Il terzo verso inizia con la preposizione o = “da”, seguita dal sostantivo menel = “cielo”, e dalla costruzione genitiva aglar elenath = “gloria delle stelle del firmamento”, formata da aglar = “gloria” e dal plurale collettivo elenath = “le stelle del firmamento” (formato da elen = “stella” con il suffisso collettivo –ath).
Il quarto verso ha la preposizione na = “a” seguita dal sostantivo chaered < mmo di haered = “remote distanze” e dal gerundio passato palan-díriel = “avendo contemplato lontano”.
Il quinto verso inizia con la preposizione o = “da” seguita dalla costruzione genitiva galadhremmin ennorath = “paesaggi intessuti di alberi della Terra-di-Mezzo”, formata dal aggettivo plurale galadhremmin = “intessuti di alberi” (singolare galadhremmen), vocabolo costituito da galadh = “albero”, rem = “rete, maglia” e dal suffisso aggettivale plurale –in, e dal plurale collettivo ennorath = “le Terre-di-Mezzo”, costituito da ennor = “Terra-di-Mezzo” con il suffisso collettivo –ath.
Il quinto verso si apre con l’appellativo di Varda Fanuilos = “Semprebianca”, seguito dal pronome le = “a te, ti” e dal futuro linnathon = “canterò” (derivato dal verbo linna- = “cantare”).
L’ultimo verso inizia con la preposizione nef = “da questa parte”, seguita dal sostantivo aear < mmo di gaear = “mare”, dal avverbio sí = “qui”, ancora dalla preposizione nef = “da questa parte” e dal sostantivo aeron < mmo di gaeron = “grande mare”, cioè aear con il suffisso –on.
La traduzione letterale dovrebbe perciò essere: “O Elbereth che accendi le stelle / sfavillante digrada scintillante come gioielli / dal cielo la gloria delle stelle del firmamento! / Avendo contemplato lontano a remote distanze / dai paesaggi intessuti di alberi delle Terre-di-Mezzo / a te canterò, Semprebianca / da questa parte del mare, qui da questa parte del grande mare!”
Il Fosso di Helm