Il Fosso di Helm

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6 - Altri elementi della frase

PRONOMI PERSONALI

Rintracciare i pronomi personali è stato problematico per gli studiosi di Adûnaico, perchè nella scrittura in caratteri latini usata da Tolkien-Lowdham il pronome viene preposto al verbo direttamente, non viene scritto con una parola separata. Invece viene detto che nella scrittura in Tengwar venissero separati con un trattino.

Eccone un elenco:

persona

Pron. soggetto

Pron. complemento

     

Io

?

*-hê?

Tu

ki

 

Egli (masch.)

u-, hu-

 

Ella (femm.)

i-, hi-

 

Esso/essa (neutro)

a- ,*ha-

 
     

Noi

nên?

nên

Voi

   

Essi (masch.)

yu-

 

Esse (femm.)

*yi-

 

Essi/esse (neutro)

ya-

 

 

 

L’ARTICOLO 

La questione dell’articolo in Adûnaico è famosa tra gli addetti ai lavori.

Non se ne trova alcun esempio in tutto il corpus Adûnaico (possiamo quindi pensare che sotto questo punto di vista Tolkien si sia ispirato al latino), Tuttavia una celeberrima nota del Rapporto Lowdham (celeberrima per gli studiosi interessatissimi e fanatici, intendo...) si trova un accenno della sua esistenza: “...quando un sostantivo è al duale non richiede mai l’articolo...”

 

L’AGGETTIVO

Anche gli aggettivi possono derivare da basi trilettere: dulgu (nero, fosco, buio) deriva dalla base *DULUG, da cui anche dôlgu (notte – con connotazione negativa).
L’aggettivo si accorda in numero col sostantivo a cui si riferisce; si pone prima di quest’ultimo. 

dulgu bawîb = venti neri -> agg. singolare prima di CN plurale
bawîba dulgî = i venti [erano] neri -> agg. plurale dopo CS plurale

I numeri sono considerati aggettivi, e forse sono invariabili. 

balîk hazad = sette navi -> agg. numerale dopo CN plurale

 

 

 

GLI AFFISSI PREPOSIZIONALI 

Contrariamente all’Italiano, l’Adûnaico usava delle “post-posizioni” che si mettevano dopo il sostantivo.

Eccone l’elenco:

dalad = sotto   (es: ugru-dalad)
ô = da   (es: Êru-w-ô)
ad, ada = verso, indirezione di, in [moto a luogo] es: Gimlad, akhâs-ada
ud = su, sopra  es:nên-ud
= con
= in [stato in luogo] 

In più c’è la preposizione an “di”, che se preceduta da parola terminante per vocale viene abbreviata in ‘n.

Troviamo poi i prefissi nad- *“dietro” e ôb- *“davanti”.

 

 

 

GLI AVVERBI 

Ne troviamo alcuni esempi. Due avverbi appaiono nel nostro piccolo corpus: tâidô “una volta, un tempo” e îdô “adesso, ora”, la cui forma îdôn si pone prima di parole inizianti per vocale (inclusa la semi-vocale Y: îdôn Yôzâyan).

La particella “non” può essere anche classificata come avverbio.

 

 

La concordanza – Parti variabili e invariabili del discorso

Riassumendo:

 

ARTICOLO: esisteva, ma non sappiamo se era invariabile come in Quenya e in Inglese o se potesse accordarsi come numero.

NOME: i nomi FORTI hanno una parte invariabile e si modificano nella declinazione subendo dei cambiamenti relativi all’ultima vocale e/o con l’aggiunta di terminazioni; i nomi DEBOLI si declinano con l’aggiunta di suffissi.
Ci sono differenze di declinazione a seconda anche che il nome indichi oggetti inanimati e piante (NEUTRI) o animali (COMUNI).
Il numero può essere singolare, duale o plurale.

AGGETTIVO: assume lo stesso numero (e forse genere nel caso dei participi passati) del nome a cui si riferisce.

PRONOME: conosciamo solo i pronomi personali. Variano a seconda del numero del genere (e forse a seconda della funzione grammaticale di soggetto e complemento).

VERBO: si coniuga partendo da una base e facendole subire modificazioni morfologiche a seconda del modo e del tempo; i modi verbali che lo permettono (l’Indicativo, l’Imperativo e il Participio) concordano col soggetto a seconda del numero, singolare o plurale.

CONGIUNZIONE: invariabile.

PARTICELLE PREPOSIZIONALI: invariabili.

AVVERBI: invariabili.

 

 Almavarno

Ultima modifica: 18 febbraio 2009

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