Il Fosso di Helm

Linguaggi

1 - Princìpi linguistici (fonologia, morfologia, ortografia)

 

sono stati molti a essersi cimentati nella presentazione dell’adûnaico ai lettori di tolkien, dopo lo stesso professore: da helge fauskanger di ardalambion a edouard kloczko e i suoi collaboratori, a thorsten renk e molti altri siti internet, specialmente inglesi.

il presente testo mi è stato ispirato dalla grammatica descrittiva del quenya redatta da cálion (luca timponelli): si tratta infatti di una compilazione divisa per argomenti (come l’articolo di fauskanger), ma approfondita per cercare di esplorare ogni anfratto di questa lingua (sullo stile di kloczko e di renk).

so già che verrò additato probabilmente come uno che fa “speculazione”, ma a parte qualche caso, sono pienamente convinto delle mie asserzioni.

 

sono rimasto specialmente sconcertato dal lavoro “ni-bitha adûnaîyê” di thorsten renk, perché entrambi siamo giunti alle stesse identiche conclusioni in molti casi; però garantisco che le idee che trovate qui le ho sviluppate ben prima di imbattermi nel suo saggio, che peraltro ritengo uno dei migliori mai pubblicati sul’argomento (insieme a “adûnaic grammar” della tedesca lalaith [andreas moehn]).

1.0 piccola introduzione all’adûnaico per chi ne sente parlare per la prima volta

 

tralascio per ora i particolari di storia interna; mi sia concesso di dire che tolkien riguardo l’adûnaico scrisse un testo relativamente dettagliato, il rapporto lowdham sulla lingua adûnaica.
chi era questo lowdham? era un membro del notion club, un circolo di intellettuali che si riunivano per discutere argomenti filosofici e letterari (che strano... noto una certa somiglianza con gli inklings!) descritto nel romanzo incompiuto the notion club papers pubblicato in Sauron defeated, nono volume della history of middle-hearth. durante una di queste riunioni lowdham e altri hanno strane esperienze psicologiche e tra le altre cose sembra loro di sentire parlare una strana lingua che essi non conoscono, eppure comprendono: l’adûnaico.

lowdham decide di stendere una grammatica di questa lingua, e in questo modo tolkien può risolvere ogni problema su come parlare dell’adûnaico.

il problema è che il professore lasciò incompiuto il rapporto, dopo aver parlato bene della struttura generale della lingua, della declinazione dei sostantivi e aver dato qualche accenno alla coniugazione dei verbi. inoltre non sappiamo neanche se col tempo cambiò le sue idee sulla grammatica: in base a questo principio mi sono preso alcune libertà interpretative che non seguono alla lettera gli scritti di tolkien.

 

quella che voglio presentare qui è la mia personale ipotesi sull’adûnaico, alla quale sono arrivato dopo molti mesi di studio e confronto degli scritti degli autori ai quali ho accennato.

sfortunatamente, solo per poco tempo ho potuto consultare l’originale inglese del rapporto lowdham.
so di espormi a critiche e discussioni feroci, ma ho voluto ugualmente dare il mio contributo alla scoperta e all’approfondimento dell’universo creato dal professore; per chi voglia contattarmi, la mia mail è almavarno@ilfossodihelm.it .

le frasi in rosso evidenziano le ipotesi che ho formulato io, e che non ho trovato in altri scritti al momento della stesura.

le frasi in blu chiaro indicano le ipotesi proposte da helge fauskanger, edouard kloczko, thorsten renk e altri studiosi.

 

di seguito illustro le convenzioni adottate per segnare lessico ricostruito (modifica del modello di thorsten renk):

 

- un # è usato per segnare parole che sono derivate da una forma effettivamente attestata, ma che non può essere identificata con certezza. per esempio, la forma plurale attestata balîk “navi, barche” è presumibilmente da #balak ‘nave, barca’, ma siccome l’ultima vocale è rimpiazzata da -î- nel plurale, la forma singolare che sta alla base potrebbe in principio essere anche balik o baluk. in questo caso faccio vigere il principio di “presunta regolarità”, utilizzato anche nel caso di #narak, supposto essere il singolare normale di narîka nonostante batânbatîna, sulla base dell’affermazione secondo cui questa formazione del plurale per la categoria a cui appartiene batân era poco consueta.

oppure come nel caso di #nad e #ôb, isolati da nomi composti.

 

- forme derivate all’interno degli schemi grammaticali dell’adûnaico sono segnate con *. per esempio, in analogia con zagar ‘spada, arma’ e azgarâ ‘combattere’, può essere coniata la coppia balak ‘barca’ e *ablakâ ‘navigare’.

 

- infine, un + è riservato alle forme le quali non sono altro che prestiti selvaggi basati su radici elfiche, oppure parole inventate arbitrariamente. chiaramente, tali termini non devono essere “presi sul serio”!

 

1.1 fonologia

 

partiamo dalla fonologia dell’adûnaico, cioè i suoni che esistevano in tale lingua: le lettere della seconda colonna sono i simboli fonetici.
premessa: si distinguono tre periodi, l’“antico adûnaico” dalla colonizzazione nel 32 s.e. al 500 s.e., il “medio adûnaico” dal 500 al 2000 e l’“adûnaico classico o moderno” dal 2000 alla caduta nel 3319. si parla per il periodo immediatamente successivo di “adûnaico dell’esilio”.

1.1.1 consonanti

 

consonante

pronuncia fonetica

esempio italiano

osservazioni

t

t

tana

 

d

d

dono

 

th

þ, θ

ingl. thing

 

n

n

nota

 

p

p

pane

 

b

b

barca

 

ph

f

forno

ma a causa della trascrizione ritengo rappresentasse in realtà il suono bilabiale [φ].

m

m

mare

 

k

k

casa

 

g

g

gatto

 

kh

χ

ted. bach

 

Ŋ/ñ

ŋ

angolo

si trovava solo nella combinazione ng*.

h

χ/h

sp. jota

di solito si pronuncia come kh [χ]; ma all’inizio di parola e tra vocali si pronuncia [h] (questo suono più debole si produce facendo passare un poco d’aria tra il velo pendulo e il fondo della lingua).

3

3/ɣ

 

è la consonante precedente, ma sonora; con la differenza che non si pronuncia mai come gh. fonema perduto nell’ad. classico.

?

?

ebr. aleph

questo suono si produce con un lieve colpo della gola in corrispondenza dell’epiglottide (non è un errore di visualizzazione del vostro schermo: tolkien lo indicava proprio con un simbolo simile ad punto interrogativo). fonema perduto nell’ad. classico.

s

s

sabbia

penso si usasse solo per la s sorda, più raramente per la s sonora [z] di rosa.

z

dz

zero

penso si usasse per la z sonora, non per quella sorda [ts] di marzo.**

l

l

lana

 

r

r

ramo

era sempre una r piena, anche intervocalica.

y

y

aiuto

usata come legamento dittonghiale dopo i ed e.

w

w

cuoio

usata come legamento dittonghiale dopo u ed o (e forse anche a [kloczko]).

* non sappiamo se si scrivesse come la normale n oppure ci fosse una speciale tengwa o cirth per rappresentare questo suono. **l’idea che z indichi la zeta sonora mi viene dalla parola inzil “fiore” correlata al valarin *iniðil e al quenya indil.



per la mancanza della v, vedi § 1.3

c’è un problema però: nella parola agathurush compare sh. molto probabilmente rappresenta il suono [∫], ossia l’italiano sc. il fatto è che secondo il rapporto lowdham questo suono non c’era in adûnaico! e non è un prestito da qualche altra lingua, perché nei racconti incompiuti viene detto che questa parola fu coniata dai númenoreani. un altro problema è quello del gruppo rd: vedere § 4.4.

 

dentali

labiali

gutturali

spiranti deboli

espl. sorde

t

p

k

h debole

espl. sonore

d

b

g gutturale

3

aspirate sorde

th

ph

kh

sh ?

nasali

n

m

Ŋ

- - -

1.1.2 vocali

 

l’adûnaico possedeva tre vocali principali, a, i e u; c’erano anche ê e ô lunghe: il rapporto lowdham dice che non c’erano in adûnaico e ed o brevi.

nell’adûnaico moderno se una parola terminava con la a breve ed era seguita da un’altra parola che iniziava con vocale, la a si elideva nella pronuncia (ma non nella scrittura!).

le vocali brevi davanti a nl e nr possono nasalizzarsi (come in francese): quindi anr e unl si potranno pronunciare [ãrr] e [ũll].

quando si avevano dei dittonghi, questi avevano una precisa pronuncia (e grafia in lettere latine, vedi § 1.3):
ai e au si pronunciavano inizialmente così come sono scritti, alla lunga finirono per essere pronunciati come ê e ô;
oi [scritto ōi] veniva pronunciato come oooi, è l’unico “dittongo lungo” sussistito in adûnaico moderno;
ou [ōu] - ooou, ma in seguito si ridusse solo a ooo;
ei [ēi] - eeei, ma in seguito si ridusse solo a eee;
eu [ēu] - eeeu, nell’adûnaico moderno si trovava raramente.

 

per maggiori dettagli sull’evoluzione fonetica vocalica, vedere §9 “l’hadoriano e l’antico adûnaico”.

1.1.3 le assimilazioni

 

il fenomeno dell’assimilazione si verifica quando due consonanti vicine vengono pronunciate con un unico suono: in adûnaico ne troviamo alcuni esempi, elencati dal rapporto lowdham.

pare che, oltre che sulla lingua parlata, le assimilazioni non avessero ripercussione anche sulla lingua scritta, vedi § 1.3 (il pallino ° indica che la consonante che lo precede subisce una parziale perdita di sonorità: [m°] è quindi una via di mezzo tra [m] e [b]).

 

kh+b [xb]

khp [xp]  kph [kf]

k+th [kþ]

khth [xþ]

m+h

[m°:]

m+k

pk

m+kh [mx]

pkh [px]

m+s

ps

m+t

pt

m+th [mþ]

pth [pþ]

m+w

[m:]

n+b

mb

n+h

[n°?]/ ph [f] (il secondo è stato ipotizzato da kloczko)

n+k

kk

n+kh [nx]

kkh [xx]

n+l

ll (può accadere dopo vocale)

n+m

mm

n+p

pp/mp

n+ph [nf]

pph [ff]/mph [mf]

n+r

rr (può accadere dopo vocale)

n+s

ts

n+t

tt

n+th [nþ]

tth [þþ]

ph+d [fd]

pht [ft]  pth [pþ]

p+d

bd in situazione rilassata

p+th

fth [fþ]

s+d

[z°d] in situazione rilassata

 

1.2 la morfologia

 

le parole adûnaiche derivano da basi: per lo più trilettere, in cui la seconda e/o la terza sono consonanti continue (come n, m, f, l, r, s, z), ma anche bilettere. forse ciò è legato all’influenza del nanico, anch’esso fondato su radicali consonantici.

a differenza del nanico, però, in adûnaico ogni base ha una sua “vocale caratteristica”: in parole povere, kalab (“cadere”) e kulub (“radice”) hanno significati diversi, perché pur avendo le stesse consonanti, hanno la voc. caratteristica diversa.

 

 

 

1.3 norme ortografiche

 

ricordate: quando scrivete l’adûnaico in lettere latine, ponete sempre l’accento circonflesso sulle ê e ô; i dittonghi lunghi (ōi, ēu) vanno scritti col macron sulla ē o ō.

se dovete mettere un’altra vocale dopo i e e, mettete una y come legamento, mentre dopo u e o ci va la w.

attenzione: per semplificare la scrittura, tolkien rappresentò quasi tutte le w con v, consonante non presente in adûnaico (vedi tabella); ciò ha prodotto effetti disastrosi in chi non ha fatto attenzione a questo particolare (vedi fauskanger e renk).

altri però sostengono che la v esistesse effettivamente.

le assimilazioni consonantiche possono essere tralasciate nella scrittura [renk].

i pronomi personali e le postposizioni vengono separati con un trattino dal verbo o nome a cui si legano (kloczko ha introdotto questa norma per facilitare la comprensione; tolkien-lowdham scriveva tutto attaccato, ma viene detto [citazione di kloczko] che i trattini venivano impiegati nella scrittura in tengwar dell’adûnaico).

 

 

ultima revisione: 13 maggio 2011

 

 

almavarno

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