Il Fosso di Helm

Linguaggi

5 - Il verbo - uso dei modi e dei tempi

siccome non si trovano esempi di tutti i tempi verbali, è il caso del futuro e dell’ottativo, parlo ovviamEnte qui soltanto di quelli di cui si ha attestazione (eccezion fatta per il passato continuativo, del quale ho dedotto la formazione e che pertanto può essere utilizzato per fare frasi).

  

indicativo – descrive o racconta fatti certi o reali o ritenuti tali.

 

aoristo: corrisponde più o meno al “presEnt simple” dell’inglese.

indica azioni che si verificano al momEnto in cui si parla; fatti consueti che si ripetono con regolarità; fatti che sono sempre veri.

ma è usato spesso come passato di narrazione o presEnte storico (indicando così fatti accaduti nel passato, al posto di un tempo passato [scusate la ripetizione] per dare immediatezza e vivacità ai fatti narrati). quindi in italiano si rende principalmEnte con l’indicativo presEnte, ma anche con imperfetto e passato remoto.

viene detto che si poteva usare come il futuro semplice dell’italiano per indicare un fatto che si verificherà sicuramEnte in un momEnto futuro (in questo caso, il compito di proiettare l’azione nel futuro è affidato all’avverbio che sempre accompagna il verbo, come domani, subito, ecc.).

 es. êru-hînim dubdam urgru-dalad = i figli di eru soccombono/soccombettero sotto l’ombra 

bârim an-adûn yu-rahtam dâira sâibêth-mâ êru-w-ô = [sono] i signori dell’ovest [che] rompono/ruppero la terra con l’assenso [proveniEnte] da eru 

presEnte continuativo: penso corrisponda al “presEnt continuous” inglese, cioè in italiano la forma stare+gerundio al presEnte o l’indicativo presEnte. indicherebbe un’azione che è in corso di svolgimEnto nel momEnto in cui si parla.

 es. narîka ‘n-bâri ‘n-adûn ya-nâkhim! = [sono] le aquile dei signori dell’ovest [che] stanno arrivando/arrivano

urîd ya-kalubim! = le montagne stanno cadendo/cadono

passato semplice: “past simple” inglese? in italiano credo possa avere più significati: passato remoto, passato prossimo, imperfetto; cioè indica un’azione che si è svolta ed è finita nel passato, e azioni abitudinarie e di lunga durata nel passato. se l’aoristo è usato come passato di narrazione, questo tempo vale come piuccheperfetto (trapassato prossimo); se l’aoristo è un futuro semplice, vale come futuro anteriore dell’italiano.

 es. ar-pharazônun azaggara awalōi-y-ada = ar-pharazôn fece guerra/era in guerra contro i valar 

kadô zigûrun zabathân u-nakkha = e così [fu] sauron, umiliato, [che] venne 

anadûnê zîrân hi-kallaba = númenor l’amata cadde giù 

adûn izindi batân tâidô a-yadda = [verso] ovest la strada dritta un tempo andò/andava 

bâr u-kallaba = il signore cadde/è caduto 

bârun kallaba = il signore cadde/è caduto (secondo il rapporto lowdham anche questa frase dovrebbe tradursi come la seguEnte, ma sono in profondo disaccordo, perché il cs usato da solo non dovrebbe dare nessuna sottolineatura di significato) 

bârun u-kallaba = è il signore che è caduto 

passato continuativo: “past continuous” inglese? indica un’azione che era in corso di svolgimEnto per un certo periodo nel passato; in italiano l’imperfetto e stare+gerundio al passato.

 es. nad zadân kallaba, u-bîtthi mîk-ada = prima che la casa crollasse, egli stava parlando con il bambino  

congiuntivo – esprime possibilità, speranze, opinioni, dubbi o timori.

 

presEnte: indica un dubbio o ipotesi considerati possibili nel momEnto in cui si parla.

 es. azrîya du-phursâ akhâs-ada = [in modo che] i mari si riversino nell’abisso  

imperativo – in realtà ho esitato prima di elevare la “forma imperativa” al rango di modo verbale, perché dopotutto usa la stessa forma dell’aoristo; tuttavia… nell’unico esempio che abbiamo, che è un imperativo negativo, serve per dare un ordine, vietare; ma penso che come in italiano e inglese si usi anche per esortare, suggerire, invitare.

 es. bâ ki-tadba-hê! = non toccare!/non toccarmi!  

infinito – esprime il semplice significato del verbo

 

presEnte: è la forma che trovate nel vocabolario di adûnaico (i vari nakh, bith, kalab, azgarâ…)

 

passato: in realtà non è un tempo vero e proprio, l’ho introdotto io, più che altro è la base per formare tutti i tempi passati.

  

participio – esprime il significato del verbo come una caratteristica attribuita a un sostantivo; partecipa quindi sia delle caratteristiche del verbo, sia dell’aggettivo. un dubbio da sempre attanaglia gli studiosi di adûnaico: se il participio (passato) si può accordare in genere, contrariamEnte agli aggettivi normali.

 

presEnte: ha sempre valore attivo ed è usato soprattutto in funzione di aggettivo e, quindi, come attributo di un nome.

 es. agan-nâlô burôda nên-ud = l’ombra [la paura] della morte [è] pesante su di noi (in realtà questa attribuzione di significato è mia; vedi il paragrafo sulla formazione del participio nell’articolo sulla coniugazione dei verbi) 

passato: è usato normalmEnte sia come aggettivo sia come verbo.

come aggettivo, funge da attributo di un nome.

come verbo ha un significato passivo nei verbi transitivi e attivo in quelli intransitivi. unito a un sostantivo o a un pronome, questo tempo è spesso usato come elemEnto cEntrale di frasi dipendEnti, con valore di tempo causa, concessione o relazione, che esprimono un’azione o un fatto anteriori a quelli espressi nella frase principale.

 es. kadô zigûrun zabathân u-nakkha = e così sauron, [che era stato] umiliato [da ar pharazôn], venne [a númenor] 

anadûnê zîrân hi-kallaba = númenor l’amata cadde giù 

êphal êphalak îdôn hi-akallabêth = lontana lontana [è] ora lei [che è] caduta    

 

la forma passiva 

il passivo adûnaico è espresso da una costruzione impersonale. significa che il verbo non riceve un prefisso pronominale ed è soltanto coniugato per il numero mEntre il soggetto della frase passiva segue il verbo ed è in accusativo. ciò equivale più o meno a ricomporre ‘io sono visto’ in ‘qualcuno vede me’ con la differenza che la versione adûnaica non ha la parola per ‘qualcuno’.

il seguEnte esempio forse sarà chiarificatore:

tabda zagar. ‘la spada è toccata.’ lett. ‘[qualcuno] tocca la spada’

 il passivo era reso dalle forme verbali impersonali ‘col soggetto in accusativo’ciò che qui è chiamato “accusativo” dev’essere il “caso normale” del sostantivo. perciò, l’adûnaico esprime una costruzione passiva come “egli fu visto” ciò che corrisponde a “lo vide”, i.e. “[qualcuno] vide lui”.

agEnte e causa efficiEnte

non c’è propriamEnte un compl. d’agEnte: quando si vuole porre enfasi sull’agEnte si costruisce la frase attiva col soggetto al cn posto dopo il verbo e l’agEnte è posto al cn prima del verbo. altrimEnti c’è anche la forma impersonale. non si capisce perché non si possa usare il participio passato!

i vasi sono stati rotti dal bambino 

la spada è fatta dal fabbro     

 

 

 

 

la spada è toccata [da qualcuno] 

 

aglahad è amato

mîk rahhata [i vasi]  

tamar maga zagar      

 

 

 

 

tabda zagar [=(qualcuno) tocca la spada] 

aglahadun na zîrân

   

il verbo essere nel predicato nominale 

come si può osservare da queste frasi, all’aoristo in adûnaico il verbo essere in funzione di copula si omette.

bawîba dulgî = i vEnti [sono/erano] neri 

agan-nâlô burôda nên-ud = l’ombra [= la paura] della morte [è/era] pesante su di noi 

zâira nên-ud = la nostalgia [è/era] su di noi 

îdô kâtha/katha batîna lôkhî = adesso tutte le strade [sono] storte 

êphalak îdôn yôzâyan = lontana [è] ora la terra-di-dono 

êphal êphalak îdôn hi-akallabêth = lontana lontanissima [è] ora lei [che è] caduta 

ar-pharazônun bâr ‘n-anadûnê = ar-pharazôn [è/era] il signore di númenor 

ar-pharazônun kathuphazgân = ar-pharazôn [è/era] un conquistatore  

invece quando il verbo essere ricade in un normale predicato verbale, si scrive eccome! 

es. il cane è dietro la casa = raban na nad-zadan (o zadan-nad)

 

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