Il Fosso di Helm

Linguaggi

Fonologia Sindarin

Il Sindarin, la lingua Elderin più diffusa nella Terra di Mezzo, è anche chiamata Grigio-elfico (gli Elfi Grigi infatti sono i Sindar).
Nel  Signore degli Anelli, il termine usualmente impiegato per identificarla è semplicemente "la lingua degli Elfi", dacché il Sindarin è il vernacolo vivo di questi. Essa è la “nobile favella” del Beleriand, ed era originariamente un derivato del Quenya. Gli Eldar che possedevano questo idioma, infatti, giunti nella Terra di Mezzo, si stabilirono sulle coste del Beleriand e nel corso del tempo il loro linguaggio è mutato nel moderno Sindarin. Esso suona all’orecchio come una lingua piuttosto differente dal Quenya, forse perchè possiede una fonologia meno restrittiva.
Numerosi gruppi di consonanti consentiti in tutte le posizioni nel Sindarin sono invece assenti nel Quenya all’inizio o alla fine del termine.

Frequenti sono i suoni ch (come il tedesco Ich, Achtung) e th, dh (da pronunciarsi come nell’inglese think e this rispettivamente). Tolkien talvolta adopera la speciale lettera eth (ð) per sillabare dh, ma, come nel Signore degli Anelli, si può usare il digamma.

Le esplosive afone p, t, c, non si raddoppiano mai seguendo una vocale, ma diventano b, d, g. Particolare è la c che, come in Quenya, è sempre pronunciata k (Ad esempio: Celeborn = "Keleborn"). Alla fine dei vocaboli, la f è pronunciata v, come nell'inglese of: ad esempio nella sillabazione Tengwar, un vocabolo come nef è effettivamente pronunciato nev. La r dovrebbe essere vibrata, come in spagnolo.

I digrammi rh e lh rappresentano le r ed l afone (deboli); talvolta tali combinazioni possono effettivamente indicare r + h o l + h, come in Edhelharn.

Bisogna anche considerare che però il nostro alfabeto non può rappresentare il Sindarin del tutto adeguatamente. 
Il Sindarin ha sei vocali, a, e, i, o, u ed y, l'ultima delle quali corrisponde al tedesco ü o francese u, come in Lune (si pronuncia come una semplice i, facendo la bocca tonda).
Le vocali lunghe sono marcate con un accento (á, é etc.), ma nel caso di monosillabi tonici (forti) le vocali tendono a divenire particolarmente lunghe e sono marcate da un circonflesso: â, ê etc.

Non sempre è possibile mettere un accento circonflesso sulla vocale y. Perciò, per evitare scritture come my^l ("gabbiani"), si può adoperare un accento normale (i rilevanti vocaboli sono býr, thýn, fýr, rýn, mrýg, mýl, 'lýg ed hýn).
Ciò non è molto critico: in scrittura Tengwar, nessuna distinzione è operata tra vocali lunghe e più lunghe; l'uso di circonflessi invece degli accenti nei monosillabi è puramente una ulteriore complicazione che Tolkien introdusse nella sua ortografia Romana per il Sindarin (evidentemente per rendere abbondantemente chiaro come i vocaboli sono da pronunciare).

I dittonghi Sindarin comprendono ai (come nell'inglese aisle, NON come in mail), ei, oi, ui (come "ooy" in too young) ed au (come nel tedesco Haus, o come "ow" nell'inglese cow). Alla fine dei vocaboli, au è pronunciato aw. Vi sono anche i dittonghi ae ed oe, pronunciabili come in inglese; Tolkien effettivamente suggerisce di sostituirli con ai ed oi se non ci si cura di tali dettagli (invero, egli talvolta anglicizzò Maedhros in "Maidros"). 
 
Ae ed oe sono semplicemente le vocali a, o pronunciate in una sillaba con la vocale e (come nell'inglese pet), così come ai ed oi sono a ed o pronunciate assieme alla i. Alquanto confusamente, negli scritti di Tolkien il digramma oe è talvolta adoperato anche a significare la o con umlaut ö, apparentemente il medesimo suono del tedesco ö. Alla fine della Terza Era, ö si era fusa con e (questo è il motivo per cui i Monti Grigi appaiono come Ered Mithrin e non Öröd Mithrin sulla Mappa in SdA!), ma necessita ancora riferirsi a tale suono discutendo del Sindarin arcaico.
 

Con la Collaborazione del sito Ardalambion.

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