In questa pagina mi soffermerò sulla simbologia e sui significati dei colori nelle opere di Tolkien, e segnatamente ne Il Signore degli Anelli. Bisogna innanzitutto premettere che molti critici letterari hanno riconosciuto in Tolkien una unilateralità nell’identificare un eterno conflitto tra Bianco e Nero che non possiede sfumature intermedie. Naturalmente i due colori appena citati rappresentano il Bene il primo e il Male il secondo. Ad una prima analisi il lettore può effettivamente constatare inizialmente come Sauron e le sue armate del Male siano vestite di Nero, così come i Nove Spettri dell’Anello; e che Saruman, inizialmente considerato uno degli alleati contro il Male, forse il più potente, sia vestito di Bianco. Ma che ne è di Gandalf, vestito di Grigio, e della sua successiva trasformazione nel colore Bianco? Ebbene, questo mutamento delle vesti da parte dello Stregone, dopo essere caduto nel burrone di Khazad-dûm ha un significato ben preciso, che spiegherò di seguito.
Il Grigio testimonierebbe con tutta probabilità una tensione interna a Gandalf, nonché una certa incertezza sui fatti che stavano accadendo e, perché no, una minima brama nei confronti dell’Anello. Sia ben chiaro, però, che tale brama si differisce notevolmente dal desiderio tormentoso degli Uomini o di Sauron di impossessarsi dell’Anello. In Gandalf esiste infatti una consapevolezza che, se mai ricevesse l’Anello, potrebbe forse fare un uso improprio. Per questo rifiuta di custodire l’Unico, quando Frodo glielo propone. Trasformandosi in Bianco, Gandalf lascia dietro di sé le sue preoccupazioni e diventa un incorruttibile e irresistibile avversario dell’Anello di Sauron; anche il suo carattere muta, diventando più misterioso, più allegro e più gentile di prima. L’episodio appena citato è molto più conosciuto di quello che segue,e che tratta di un altro Stregone, Saruman, che cambia anch’egli le vesti, questa volta però per passare dal Bene al Male. L’avvenimento in questione si svolge nella Torre di Saruman, durante un colloqui tra lui e Gandalf; durante tale colloquio, Saruman rivela i suoi intenti, e cioè impossessarsi dell’Anello.
Ecco che Gandalf allora si accorge del cambiamento del colore delle vesti di Saruman: all’inizio gli erano sembrate bianche, ma ad una più attenta analisi erano cangianti e intessute di più colori. Questo sta a testimoniare la mutevolezza del suo parere e il passaggio di Saruman dalla parte del Bianco (il Bene incorruttibile) a quella dell’ ipocrisia. In questo episodio vi è un successivo scambio di parole tra i due Stregoni, e Saruman afferma: “Il Bianco serve come base. Il tessuto bianco può essere tinto. La pagina bianca ricoperta di scrittura, e la luce bianca decomposta”. In questo discorso si nota il pensiero di Saruman, secondo il quale evidentemente il Bene è solamente un punto di partenza e non un percorso da seguire per sempre. A tali parole Gandalf risponde così: “Se la pagina bianca verrà ricoperta di scrittura, non sarà più bianca”: indubbiamente un’affermazione che può parere scontata, ma che dimostra del resto la completa devozione di Gandalf al Bene (cioè il Bianco) come punto di partenza e di arrivo.
Il Fosso di Helm