Il Fosso di Helm

Approfondimenti

Frodo

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Figlio di: Drogo e Primula Brandibuck

Razza: Hobbit

Altezza: circa 1,20 metri

Arma preferita: Pungolo

Residenza: Casa Baggins, Hobbville

Storia:   Nato il 22 settembre del 2968 da Drogo Baggins e Primula Brandybuck, fu ben presto adottato da Bilbo Baggins, un lontano cugino più anziano, in seguito al­l'annegamento dei suoi genitori durante una gita in barca.  Nel 2980, quindi, si trasferì nella casa in cima alla Collina, e per lungo tempo condusse una serena esistenza assieme a Bilbo, finché un giorno il mago Gan­dalf convinse l'anziano hobbit a lasciare al giovane cugino casa e beni, e soprat­tutto uno strano anello.

Non appena Frodo entrò in possesso dell'eredità lasciatagli, la sua vita cambiò radicalmente. Infatti, nonostante lui non lo sapesse, strane cose stavano acca­dendo nella Terra di Mezzo: il male si era risvegliato, e cercava "Baggins"! E così, mentre il sereno hobbit trascorreva l'ultimo periodo tranquillo della sua vita, Aragorn inseguiva Gollum, Gandalf approfondiva le proprie ricerche, Saru­man si faceva cogliere dalla bramosia, ed il tetro galoppo dei Cavalieri Neri per­cuoteva di nuovo le terrorizzate zolle della Terra di Mezzo.

Dopo aver scoperto che l'Anello lasciatogli dallo zio Bilbo era quello di Sauron, Frodo partì per Gran Burrone con il fedele Sam e altri compagni (i cu­gini Merry e Pipino, assieme a Grassotto Bolgeri il quale rimase poi a Crifosso per sviare i sospetti). Durante il viaggio venne gravemente ferito a Colle Vento dalla spada maledetta del comandante dei Nazgul.  Dopo esser guarito dalla malefica ferita grazie alle cure di Elrond, davanti all'intero Consiglio ed ai rappresentanti dei popoli liberi "con grande sforzo, parlò, mera­vigliandosi di udire le proprie parole, come se qualche altra volontà comandasse la propria piccola voce. Prenderò io l'Anello,- disse,- ma non conosco la strada". Accettò così di portare l'Anello nella terra di Mordor per distruggerlo gettandolo negli abissi infuocati del Monte Fato, dove era stato forgiato.

Frodo avrebbe potuto decidere di non accettare la missione: nessuno l'aveva obbligato, ma il fardello era suo e lui lo sa­peva. Era giunto il tempo della gente della Contea, ed essa ora doveva fare la sua parte, doveva abbandonare i tranquilli orti ed entrare nella storia, con coraggio e determinazione.

Presa la decisione, il piccolo hobbit partì. Ma come gli aveva detto Elrond, soltan­to lui era destinato a trovare la strada. Separato dal resto della Compagnia, per una serie di circostanze, intraprese l'ul­timo tratto del viaggio con il fido Sam, avendo come guida il perfido Gollum. Esemplare fu il suo comportamento durante il percorso, e la sua natura sempli­ce gli permise di resistere al potere crescente dell' Anello, ed al suo peso che si faceva sempre più schiacciante. Stordito da Shelob e catturato dagli orchi all'ingresso di Mordor, riuscì a salvarsi soltanto grazie all'intervento del suo servitore, il quale non soltanto liberò il pro­prio padrone, ma gli restituì anche l'Anello.  E a questo punto il potere dell' og­getto diede chiari segni di vittoria sulla volontà ormai corrosa dello hobbit, che pretese brutalmente di riaverlo, e non accettò di riconsegnarlo a Sam neanche per brevi tratti (in parte per proteggere Sam dal potere insito nell'oggetto, in parte perché non riusciva a separarsene). Ma per fortuna il figlio del Gaffiere aveva un animo pacato e una mente pratica e quindi, quando il suo padrone non fu evidentemente in grado di farcela più, egli, non potendo portare l'Anello, si caricò sulle spalle il padrone ri­uscendo, in questa maniera, a far giungere Frodo fino al Monte Fato. Qui accad­de l'inevitabile. Infatti, il piccolo hobbit, sebbene immensamente cresciuto in forza e saggezza grazie alla dura prova, era pur sempre un piccolo hobbit, e l'A­nello conteneva gran parte del potere di un Maia per di più giunto alla fonte del proprio potere. Frodo non avrebbe potuto resistere! Non era nella sua natura una tale forza, non sarebbe stato giusto. Lì, sul Monte Fato l'ormai indebolita volontà di Frodo ebbe la peggio: vinse il Male, che convinse il povero hobbit ad impadronirsi del Potere dell' Anello e ad infilarselo al dito, divenendo così il nuovo Signore Oscuro. Fu un attimo: Gol­lum, che li aveva abbandonati per poi seguirli di nascosto, saltò fuori all'improv­viso, e con un morso staccò il dito di Frodo, appropriandosi dell' oggetto. Poi, danzando vorticosamente sul bordo della fornace, ebbro di felicità per aver ri­conquistato il suo "tesssoro", mise un piede in fallo, e precipitò senza speranza di salvezza assieme all'Anello.

Ripristinata la pace, il Re degli uomini operò per porre ordine nel mondo; i Sag­gi e Nobili Signori della Terra di Mezzo, che insieme a lui avevano combattuto, decisero allora che era venuto il momento di andarsene, e decisero di portare con loro anche il piccolo hobbit.  Così, davanti agli occhi bagnati di lacrime di Sam, Frodo abbandonò la Terra di Mezzo, e nel farlo tenne alta la fiala di Galadriel in segno di saluto.

Chi guardava dalla spiaggia, vide una piccola stella scomparire tra le onde, ma chi guardava dall'altra parte, chi stava in attesa sulle spiagge di Valinor, vide la luce del Silmaril tornare finalmente a casa, vide che a reggerla era un piccolo essere con nove dita, e capì che il cerchio si era fi­nalmente chiuso: l'epoca dei primogeniti si era conclusa, e quella degli uomini aveva avuto inizio.

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