Il Fosso di Helm

Approfondimenti

Melkor

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si sa che ilúvatar gli concesse i maggiori doni di potenza, intelligenza e bellezza. ma egli non stava con i suoi fratelli. non cresceva cercando di comprendere i loro pensieri. non condivideva gli stessi canti. se ne stava da solo, nel vuoto, chiedendosi perché ilúvatar non lo ponesse in essere, cioè non lo prendesse in considerazione. un briciolo di ambizione,insomma. avere pensieri e opere proprie. e sarebbe stato tutto ottima cosa se non si fosse opposto ad ilúvatar. ci sarebbe da discutere,vero?

”ha fatto bene!” – forse penserete voi -.
perché melkor doveva sottostare alle “leggi” di ilúvatar?
perchè una creatura non poteva essere libera di compiere le sue scelte?

non è tanto questo il punto, quanto piuttosto l’errore di melkor. il credere di poter diventare ilúvatar. lo si capisce quando si dice che melkor provava a dare vita alle cose e di come non ci riuscisse. della sua ricerca della fiamma imperitura ma come non la trovasse perché la fiamma è ilúvatar stesso. tutto ciò che (c’) è, è ilúvatar. e forse per sfregio che nella musica della creazione mette i suoi pensieri, così lontani da quelli dei suoi fratelli. e così avversi. ma melkor non comprende che non c’è niente al di fuori di ilúvatar stesso. e la morte, la malattia, il dolore, la disperazione etc. fanno già parte di ilúvatar. e questi, anche se incomprensibili o crudeli per chi li subisce, non fanno altro che dar maggior gloria ad ilúvatar. infatti eru non svelò agli ainur la totalità dei suoi pensieri. ma il punto focale per me è l’amore di ilúvatar. così grande che non riserva nessun tipo di rancore a melkor per ciò che ha fatto. ed è così grande che gli atti di melkor, dall’intento di puro male, diventano parte del bene (anzi, ad essere precisi, ne hanno sempre fatto parte).

divenne superbo e pieno di ira. e diventò morgoth prima ancora che fëanor gli attribuisse questo epiteto. lasciò gli ainur e si rifuggiò nel creato desideroso di essere chiamato “signore” dai nascituri. divenne estremamente spaventoso e terribile (anche in tolkien la decadenza è un segno visibile) e tutta la sua grazia diventò follia e orrore. nella mitologia cristiana satana (il nemico) era lucifero (colui che porta luce), l’angelo prediletto da dio. che per non sottostare al governo divino si ribellò con una schiera di demoni. ma con un solo gesto della mano divina furono tutti scaraventati in quel luogo che prende nome di inferno. e ciò che satana non comprende ad ogni sua azione, è che nulla avviene senza il volere di dio. ma nonostante sia possibile fare accostamenti e ritrovare molto di satana in melkor, credo che tolkien abbia tralasciato un particolare del carattere di satana: la dignità con la quale satana afferma di essere anch’egli figlio di dio. non trovo dignità in melkor, anzi al contrario, solo frustrazione. in arda ci fu per parecchio tempo battaglia e melkor aveva la meglio su tutti i valar ma le sorti cambiarono quando giunse tulkas il valoroso, davanti al quale il re nero fuggì nel vuoto esterno. tornato nella terra-di-mezzo edificò utumno,dopo aver radunato tutti gli spiriti a lui fedeli tra cui sauron e i valaraukar -balrog- le potenze di fuoco. distrusse le lampade –illuin ed ormal- e si rifugiò in utumno per paura di tulkas. allora i valar si ritirarono nell’estremo occidente e fondarono valinor. e in quel mentre si svegliarono gli elfi, avvolti dall’oscurità. melkor con le sue arti riuscì a deformare gli elfi in orchi e ne fece suo servi, che lo odiavano ma lo servivano per terrore. i valar scesero in guerra e riuscirono a catturare melkor imprigionandolo in catene e costringendolo a servire Mandos per tre ere. ma i semi del male non furono distrutti. e dopo una falsa abiura melkor tornò libero. trovò ungoliant,distrusse gli alberi e rubò i silmarill che fece incastonare in una pesante corona di ferro dopo essersi insediato in angband,la grande fortezza nel nord.

seguirono interminabili battaglie fino alla nirnaeth arnoediad -la battaglia delle innumerevoli lacrime- che fu un vera strage per uomini ed elfi (ricordo che qui cadde fingon figlio di fingolfin, abbattuto con un colpo di ascia alla testa da gothmog signore dei balrog). ma prima di questa guerra accaddero altri due episodi importanti: la sfida di fingolfin e beren che riesce a strappare un silmarill dalla corona grazie all’aiuto dell’amata lúthien. dalla caduta di gondolin però nacque una stella che racchiudeva in sé entrambi i popoli vessati da melkor: eärendil il marinaio mezzelfo. e i valar inviarono le loro forze (tulkas in prima fila) e angband venne distrutta; melkor catturato, incatenato e mutilato di entrambe le gambe (anche se una già gli mancava, tagliata da fingolfin), venne gettato da manwë nel vuoto, fino alla fine del mondo. infatti, stando al progetto di tolkien,sarà nella battaglia delle battaglie che verrà distrutto del tutto da tulkas, túrin e finwë. e sarà túrin a dargli la morte definitiva. ma mi chiedo,in tutto questo,cosa farà ilúvatar. se permetterà veramente che un suo figlio, il più amato,sia veramente distrutto. o se siederà accanto a lui chiedendogli le sue ragioni e, attraverso il canto, curare le profonde ferite. melkor è un personaggio sempre attuale. ammirato per le sue caratteristiche e il suo ingegno tanto quanto biasimato per la sua crudeltà e tirannia. credo sia il più complesso, articolato e geniale tra tutti i personaggi, non solo perché il male è sempre affascinante ma perché fa parte di noi (anzi, direi che siamo noi), tutti i giorni della nostra vita.

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