figlio di eöl l’elfo scuro e aredhel di gondolin. detto anche “sguardo tagliente” e “lómion” (figlio del crepuscolo in noldorin). maeglin è presente nel silmarillion, ed è in fondo un personaggio abbastanza controverso; nell’incedere della narrazione infatti oscilla sempre tra la parte che lo vuole più affine alla madre (sorella di turgon, quindi con origini importanti e valori saldi a guidarla), ed il carattere scontroso e impulsivo del padre, l’elfo scuro eöl. soprattutto prende parte alla caduta di gondolin, fino a diventarne l’insano artefice. maeglin nasce nell’anno 320 della prima era, nel nan elmoth, beleriand orientale, tra i fiumi celon e gelion, dall’unione di aredhel e eöl. quest’ultimo, lontano parente di thingol, trova la sua futura sposa mentre vaga per la foresta e la costringe ad abitare con lui, fino a che i due si sposano. dalla loro unione nasce maeglin, di aspetto in tutto e per tutto rassomigliante ai noldor, capelli neri e sguardo fiero, possente nel corpo, ma con l’animo irrequieto del padre.
assieme a lui intraprende nella gioventù molti viaggi che lo portano fino agli ered luin, in Belegost, presso i naugrim, poiché da essi eöl era tenuto in grande considerazione e massimo esperto nell’arte della fucina. qui apprende moltissimo, ma il suo cuore è rivolto sempre alla madre, che lo attende a casa, poiché le è vietato uscire da nan elmoth. nelle loro conversazioni il giovane maeglin viene a conoscenza della grandezza della sua stirpe, ma soprattutto chiede di turgon, sapendo bene che egli è senza eredi, eccezion fatta per la figlia idril celebrindal. ecco che allora in lui matura la decisione di partire di nascosto al padre (che essendo uno dei teleri odia profondamente i noldor, ricordando la strage di alqualonde), e presa con se aredhel attraversa il celon e si dirige verso neldoreth. infine, e con alle spalle eöl che li insegue, i due giungono ai cancelli esterni di gondolin (345 p.e.), e vengono condotti da re turgon, il quale è meravigliato nel vedere maeglin, che egli considera al pari di un principe noldor. quindi lo accoglie come un figlio, deciso a farlo diventare il suo rampollo.
dal canto suo il giovane maeglin è meravigliato di tutto ciò che vede, la sua immaginazione viene continuamente superata dalla bellezza che lo circonda, e finisce per innamorarsi di idril. nel frattempo eöl scova l’entrata per il reame celato e, catturato, viene portato al cospetto del re: ecco il confronto tra padre e figlio. il primo pretende di riavere ciò che è suo, richiesta che gli viene negata, e dopo un’aspra discussione con turgon, colto dall’ira, l’elfo scuro si impossessa di un giavellotto e lo scaglia verso il figlio per ucciderlo. ma aredhel gli fa scudo col corpo e , ferita ad una spalla, muore nella notte. ecco così che eöl viene giustiziato. prima di essere gettato nel caragdûr, l’abisso senza fondo, grida al figlio parole dure :”così dunque tu abbandoni tuo padre e la tua stirpe, figlio malnato! che qui dunque tutte le tue speranze vadano in fumo, e che tu possa morire della mia stessa morte”. già da questo momento si scorge in maeglin un atteggiamento ambiguo.
di certo non vuole la morte del padre, ma nel contempo desidera divenire un grande noldor, essere principe ed entrare a far parte della famiglia reale a tutti gli effetti. in effetti grande diventa tra gli abitanti di gondolin, ed i suoi consigli sono ascoltati dai saggi. in più insegna la sua arte di forgiatore e scopritore di metalli alla sua gente, rendendo le armi eliche molto più efficaci.
eccolo poi partire con re turgon per la nirnaeth arnoediad, compiendo atti assai valorosi e spiccando tra gli altri per coraggio e forza. ma già nella sua mente e nel suo animo cominciano a farsi strada sentimenti contrastanti ed esacerbanti, che comprendono il suo amore per idril, amore che non è ricambiato. anzi idril non si fida di maeglin e legge chiaramente nel suo cuore, intravedendo un conflitto interiore spasmodico.
gli anni passano, fino alla venuta in gondolin di tuor, che segna inevitabilmente la fine del regno celato.il figlio di huor infatti resta nella città e sposa idril, la quale di lì a poco dà alla luce eärendil mezz’elfo (la cui importanza nelle faccende della terra di mezzo è ben nota). l’odio di maeglin cresce e l’invidia prende il sopravvento, tanto che egli parla contro tuor, convincendo addirittura il re nel diffidarne. la stessa idril, intuendo ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco fa approntare una via di fuga attraverso l’amon gwareth. ed ecco che si compie il fato di gondolin: maeglin durante un viaggio di esplorazione viene catturato da orchi e tratto in angband dove, piegato dalle sofferenze e dalle torture, e convinto con la promessa della signoria di gondolin e la mano di idril, svela a morgoth in persona come trovare e attaccare la città.
questo è tra i tradimenti delle cronache quello che viene considerato il più infame in assoluto. maeglin fa ritorno alla città senza dire nulla a nessuno, e fa finta che la vita proceda come al solito. nell’anno 511 gondolin viene attaccata. durante la battaglia maeglin si impossessa di idril ed eärendil (allora la settimo anno di vita) e tenta di fuggire, ma viene fermato da tuor, che lo affronta e lo sconfigge definitivamente, facendolo precipitare in un baratro, come le parole del padre avevano predetto. maeglin sembra davvero uno dei personaggi più contorti nell’epopea tolkeniana, e il suo percorso di formazione che lo porta a tradire la sua stessa razza, il suo sangue, ci fa notare bene quei toni di chiaro scuro che tolkien dipinge nel confronto eterno tra bene e male in tutti gli avvenimenti della tdm.
Il Fosso di Helm