spesso Beleg viene considerato come un personaggio abbastanza secondario nelle vicende della terra di mezzo, per il semplice fatto che compare, e non in maniera frequente,nel silmarillion e nei “racconti incompiuti”, a margine di eventi comunque molto importanti. influisce però molto sul percorso di túrin turambar, e resta uno dei personaggi più positivi apparsi sulla tdm, anche lui, come molti altri personaggi nelle storie di tolkien, latore di valori positivi e aderenti all’indole elfica più pura. non fatica infatti a sacrificarsi per il prossimo, non indietreggia dinnanzi alle difficoltà anche quando le condizioni sembrano disperate, conserva quell’aria malinconica e a mio avviso affascinante dei sindar, sempre in bilico ed incerti su cosa riserva il futuro, ma saldi nelle loro decisioni. Beleg dopo che re thingol prende la sovranità del doriath viene messo a capo delle guardie che proteggono i suoi confini, e vigila affinché nessuno vi si addentri.
le prime notizie certe su Beleg cúthalion le abbiamo attorno all’anno 455 della prima era, appena dopo la dagor bragollach, come protagonista di uno scontro con gli orchi nella zona di minas tirith, già conquistata dalle orde di morgoth; egli viene in aiuto di halmir (uomo degli haladin) dalle marche del doriath con un cospicuo numero di guardie e assieme agli uomini ricaccia gli eserciti di angband. possiamo affermare che proprio da questo periodo il destino di Beleg è legato alle vicissitudini degli uomini e in particolare a quelle dei discendenti di húrin della casata di hador “testa d’oro”, se si eccettua il ritrovamento del silmaril di beren. dopo che beren si è recato ad angband ed a prezzo di enormi sacrifici ha staccato un silmaril dalla corona di morgoth il lupo di quest’ultimo, carcharoth, gli mozza la mano che stringe la gemma e la inghiotte fuggendo. reso pazzo dalle fitte che il silmaril gli provoca nelle viscere, si sipinge fino alle marche del doriath scendendo per l’estremità orientale della taur-nu.fuin portando paura e distruzione fino ad addentrarsi profondamente nelle foreste del regno di thingol. e’ qui che Beleg, assieme a mablung dalla mano pesante (altro valente guerriero sindar), il mitico cane huan (le cui origini si perdono nel mito dei valar), lo stesso beren e re thingol comincia la caccia e si lancia all’inseguimento di carcharoth. assieme ai compagni riuscirà a recuperare il silmaril, prendendo parte ad una delle storie più cantate nelle leggende della terra di mezzo.
dopo la vicenda della gemma, Beleg decide di partecipare alla nirnaeth arnoediad (la battaglia delle innumerevoli lacrime), ed assiste alla morte di molti uomini ed elfi valorosi, e alla scomparsa di húrin (che viene fatto prigioniero da morgoth, e tutti credono morto). ecco che dopo la guerra la moglie di húrin, morwen signora del dor-lomin, invia suo figlio túrin con due servitori nel doriath, confidando nell’amicizia che è trascorsa tra re thingol e la casata si húrin, sperando di evitare al figlio una vita di servaggio nella terra natìa. ed è qui che Beleg trova túrin, ed il loro incontro è descritto nei “racconti incompiuti”. subito cuthalion si rende conto delle nobili origini di túrin e rivede in lui la possanza della casata di hador, intravedendo un grande futuro fatto di nobili gesta. da qui i due saranno pressoché inseparabili, e i loro destini intrecciati. fatto sta che Beleg conduce il drappello da re thingol che accoglie l’erede di húrin come un figlio e lo alleva come tale, facendo di lui un possente e giusto guerriero, affidandolo a Beleg che lo istruisce sia dal punto di vista militare che “umano”, e rendendolo uno dei più nobili uomini di sempre. quando túrin viene coinvolto nella morte di saeros (consigliere di re thingol) fugge e si dà alla macchia. Beleg allora chiede il permesso, che gli viene accordato, di trovarlo e riportarlo in menegroth. la cerca che egli compie per tutto il beleriand lo porta ad essere catturato da un branco di fuorilegge, di cui túrin è diventato capo.
egli lo libera e assieme parlano, ma invano Beleg cerca di convincere l’amico a tornare nelle marche del doriath, chè abbisognano della sua forza e del suo valore. i due si separano, e cuthalion torna a menegroth al cospetto di thingol, raccontandogli l’accaduto, ma senza tradire l’amico rivelando che egli è diventato un fuorilegge. qui esce fuori un’altra qualità di Beleg cuthalion, il valore che per lui rivestono amicizia e devozione. quando parla di túrin lo descrive sempre come un fratello, quasi una parte di sé. dopo aver ricevuto una delle spade di thingol in segno di gratitudine per tutte le imprese svolte alla corte del re decide di partire nuovamente ed affiancare túrin nei suoi viaggi. i doni che porta con sé sono appunto anglachel, la spada forgiata dall’elfo scuro eöl, e abbondanza di lembas (pane elfico dalle proprietà lenitive, molto sostanzioso), datogli da melian, la quale lo avverte del pericolo che corre impugnando anglachel, che brilla di una luce malevola, e sarà causa della sua rovina. nonostante tutto, con al suo fianco il fidato arco che da sempre lo accompagna, belthronding, egli comincia la sua ennesima ricerca, che si conclude dalle parti dell’amon rûdh, nelle terre a sud del brethil. qui si riunisce all’amico e gli consegna l’elmo di drago, cimelio della famiglia di húrin, e con lui passa qualche tempo, curando i suoi compagni (la taumaturgia era un potere abbastanza comune tra gli elfi, e Beleg arcoforte era un potente guaritore, pur minore dei noldor e degli esiliati in genere) e compiendo assieme a túrin mirabili imprese sconfiggendo orde e orde di orchi scatenati da morgoth tra i varchi del taeglin e il doriath, tanto da dare un nuovo nome alla zona, dor-cúarthol, terra di arco ed elmo, poiché l’arco di Beleg ,belthronding, era possente e túrin indossava l’elmo di hador. per lungo tempo i due sono imprendibili, senonchè vengono traditi da mïm il nano, che aveva ospitato túrin e la sua banda su amon rûdh.
in molti muoiono, túrin è tratto in ostaggio e Beleg gravemente ferito. ma egli non si da per vinto e grazie alla sua forte fibra guarisce e si rimette in cammino per ritrovare l’amico fraterno e risparmiarlo dalle terribili torture che gli sarebbero state riservate in angband. durante il suo viaggio incontra e soccorre gwindor, signore elfico che è stato imprigionato durante la nirnaeth ed ora è fuggito. i due proseguono assieme, fino a giungere in vista del thangorodrim, dove gli orchi si sono accampati e tengono túrin. i due strisciano fino a lui e lo liberano, a costo di un grande rischio, ma mentre Beleg cerca di risvegliare túrin e di portarlo in salvo, l’uomo in preda al delirio causato dalle molte ferite, e simile ad una belva in cattività gli si rivolta contro e afferrata anglachel lo trafigge. mentre sta per infierire un lampo illumina il volto di Beleg morente e túrin rimane impietrito, segnato per sempre dal terribile gesto che ha compiuto. finisce così la vita di Beleg cuthalion, il più possente elfo delle foreste del doriath, il più fedele degli amici, che viene seppellito assieme al suo arco, e grazie al suo sacrificio permette a túrin di andare incontro al suo destino che, seppur triste, aiuterà le genti della terra di mezzo nella lotta contro morgoth.
Il Fosso di Helm