Il Fosso di Helm

Geografia

Sulla forma di Arda

Riflessioni aggiuntive all'Ambarkanta di Rúmil sulla curvatura di Arda prima della Caduta di Númenor

del Prof. Adanost

 

Con i dati alla mano, di solito, si dà per certo che Arda è un mondo piatto fino a quando, con la Caduta di Númenor, non avviene un cambiamento cataclismatico attraverso l'intervento diretto di Eru Ilúvatar. Varie citazioni prese dal Quenta Silmarillion, dall'Akallabêth e dall'Ambarkanta (l'unico scritto cosmografico che abbiamo) confermano questa teoria, così come fa lo stesso Tolkien in tre delle sue lettere. Prendiamo solo alcune citazioni delle tante che parlano dei limiti di Arda, dei Cancelli del Mattino e della Porta della Notte, e dove il Sole e la Luna passano "sotto la Terra" (Il Silmarillion, pag. 120). Le seguenti sottolineature sono mie.

 

Dal Quenta Silmarillion:

"[…] ma fertile era la sua immaginazione, e più ricca che mai nelle regioni centrali della Terra, dove la luce di entrambe le Lampade si incontrava e fondeva. E lì, sull'Isola di Almaren nel Grande Lago, fu la prima dimora dei Valar, allorché tutte le cose erano giovani e il verde appena nato era ancora una meraviglia agli occhi degli artefici […]"

Il Silmarillion, pag. 36.

 

L'idea della mescolanza delle luci provenienti dalle Lampade sopra la cintura di Arda è incompatibile con un mondo sferico, a meno che solo una piccola parte di Arda non fosse illuminata. Tuttavia, alla pag. 35, si dice che "tutto fu illuminato come in un giorno immutabile".

 

Dall'Akallabeth:

"Accadeva dunque che, a causa del Divieto dei Valar, nei loro viaggi i Dúnedain in quei tempi si spingessero sempre a oriente anziché a occidente, dalle tenebre del Nord ai calori del Sud e, più oltre ancora, nella Tenebra Inferiore; e giungevano persino ai mari interni, circumnavigavano la Terra di Mezzo, sì che scorgevano, dalle loro alte prore, i Cancelli del Mattino all'Est."

Il Silmarillion, pag. 330.

 

"E visto che abbiamo dominato tutti i mari, e che nessuna distesa d'acqua è così selvaggia o ampia che le nostre navi non possano superarla […]."

Il Silmarillion, pag. 331.

 

Entrambe le citazioni mostrano che i Númenóreani avevano esplorato tutti i mari di Arda, entro i limiti dettati dal Divieto, arrivando fino ai punti estremi del mondo (senza però giungere a Valinor nonostante navigassero verso est).

 

"Tutte le strade ormai sono curve." (NDR: questa è una traduzione corretta dell'originale inglese "All roads are now bent." laddove in italiano è stata storpiata in "tutte le rotte sono state percorse")

Il Silmarillion, pag. 354.

 

"Sicché, in giorni successivi, vuoi grazie ai viaggi compiuti per nave, vuoi per sapienza e arte di leggere le stelle, i re degli Uomini seppero che il mondo era invero sferico […]".

Il Silmarillion, pag. 354.

 

Tuttavia, questa citazione appare ambigua se la confrontiamo con l'originale inglese:

"Thus in after days, what by the voyages of ships, what by lore and star-craft, the kings of Men knew that the world was indeed made round".

 

Si osservi il cambiamento di espressione dell'originale: "il mondo era stato veramente reso sferico". Il cambiamento si riferisce ovviamente al cataclisma della Caduta di Númenor.

 

Da The Letters to J.R.R. Tolkien.

Lettera 131, a Milton Waldman:

"La Caduta di Númenor, la Seconda Caduta dell'Uomo (o l'Uomo riabilitato, ma ancora mortale) provoca una fine catastrofica non solo della Seconda Età, ma anche del Mondo Antico, il mondo primordiale della leggenda (immaginato piatto e limitato)."

 

"Di fronte a questa ribellione, di spaventosa pazzia e blasfemia, e anche di vero pericolo (poiché i Númenóreani comandati da Sauron avrebbero potuto portare alla rovina la stessa Valinor), i Valar rimettono l'autorità che era stata loro affidata, si appellano a Dio e ricevono il potere e il permesso per affrontare la situazione; il mondo antico si spacca e cambia. Nel mare si apre un abisso, e Tar-Calion e la sua flotta vi sprofondano dentro. La stessa Númenor, sull'orlo della voragine, sprofonda e scompare per sempre negli abissi in tutta la sua gloria. Da quel momento in poi, non vi è alcuna dimora divina o immortale visibile sulla terra. Valinor (o il Paradiso) e anche Eressëa sono rimosse, rimanendo solo nella memoria della terra. Gli Uomini possono navigare adesso verso Ovest, se lo desiderano, tanto lontano quanto sia loro possibile, senza riuscire ad avvicinarsi a Valinor o al Reame Beato, ma ritornando sempre a est e così di nuovo; perché il mondo è rotondo e finito, è un cerchio dal quale non si sfugge, se non per mezzo della morte."

 

Lettera 151, a Hugh Brogan:

"La Terra di Mezzo è solo un termine in inglese arcaico per oikoumene, cioè il mondo abitato dagli uomini. Si estendeva allora così come si estende oggi. Infatti, proprio come oggi, è rotondo e inevitabile. La questione è in parte questa. La nuova situazione, decisa all'inizio della Terza Età, conduce infine e inevitabilmente alla Storia ordinaria, e qui vediamo il culmine del processo. Se tu o io o uno degli uomini mortali (o hobbit) dei giorni di Frodo avesse fatto vela per il mare, a ovest, sarebbe giunto alla fine -così come oggi- al punto di partenza. Passate sono le epoche "mitiche" in cui Valinor (o Valimar), la Terra dei Valar (o se vogliamo degli dei) esisteva fisicamente nell'Estremo Ovest, e con essa l'elfica isola immortale di Eressëa e la Grande Isola di Ovesturia (Númenor-Atlantide). Dopo la Caduta di Númenor e la sua distruzione, tutto ciò fu cancellato dal mondo "fisico" e non fu più materialmente accessibile."

 

Lettera 154, a Naomi Mitchison:

"A dire il vero, nell'immaginare questa storia, noi viviamo su una Terra che è fisicamente rotonda. Ma l'intero "legendarium" racchiude il passaggio da un mondo piatto (o quanto meno da un oikoumene delimitato da confini) a un globo."

 

È quest'ultima citazione a lasciare un dubbio: Arda è un mondo finito, ma sembra che Tolkien non voglia spingersi ad affermare con chiarezza che fosse piatta, come fa nella prima lettera citata. Fra le due lettere sono passati tre anni (dal 1951 al 1954). In quegli stessi anni, Tolkien rivede l'Ainulindalë e cerca di adattarla a un "mondo rotondo" (si veda Morgoth's Ring), ma per fare ciò deve eliminare la storia delle Lampade, e la creazione del Sole e della Luna. Si tratta di uno scompiglio del mito troppo profondo da poter essere accettato dopo quarant'anni di lavoro.

 

Torniamo all'Akallabêth. Alla pag. 329 si dice che "dal Meneltarma o da qualche alta nave che si spingesse lontano dalla loro costa occidentale quant'era loro concesso", in un giorno di sole, i Númenóreani di vista acutissima potevano scorgere "laggiù all'ovest, una città biancheggiante su una remota spiaggia, e un grande porto e una torre", sicuramente Avallónë o la vetta di Taniquetil, che doveva essere facilmente visibile, visto che si tratta della cima più alta di Arda. Secondo l'Atlante della Terra di Mezzo, le Thangorodrim "le più potenti vette della Terra di Mezzo" (alte?) si elevavano al meno a 10.000 metri sopra Belegaer (più di mille metri d'altezza sopra la cima del Monte Everest), per cui Taniquetil avrebbe dovuto elevarsi ancor più in alto.

Comunque sia, questo dato è insufficiente, benché interessante. Qui va un ringraziamento a Jorge López Erkenbrand per aver trovato, casualmente e senza saperlo, la citazione che cercavo a conferma della mia teoria:

"E così avvenne che un mattino di bel sole e bianco vento, nella lucente primavera del settecentoventicinquesimo anno della Seconda Età, il figlio dell’Erede al Trono di Númenor salpasse dall’Isola; e, prima che il giorno volgesse al termine, la vide sprofondare scintillante nel mare, e per ultima la cima del Meneltarma drizzata quale un dito bruno contro il tramonto."

Racconti Incompiuti, Aldarion ed Erendis.

 

Il fenomeno ottico qui descritto è ovviamente incompatibile con un mondo completamente piatto, dove la cima del Meneltarma non dovrebbe sprofondare nel mare ma farsi più piccola, fino a sfumare nell'aria a causa della presenza di polvere e particelle in sospensione nell'atmosfera (le stesse che fanno sì che i tramonti assumano quel colore rossastro). L'illusione ottica della terra che sprofonda nel mare mentre una nave (o viceversa) si allontana da questa, è dovuta alla curvatura della terra.

 

Se accettiamo i calcoli e le approssimazioni fatte da Karen Wynn Fonstad ne L'Atlante della Terra di Mezzo (l'opera cartografica più completa che disponiamo sulla Terra di Mezzo), la Cintura di Arda (la linea immaginaria est-ovest che divide Arda in due parti uguali e sopra cui transitavano il Sole e la Luna) prima della Caduta di Númenor, dovrebbe avere una longitudine effettiva, dal punto estremo delle Mura del Mondo, di quasi 6.500 miglia (10.500 chilometri circa). Se fosse sferica, il suo raggio sarebbe di 2.050 miglia (all'incirca 3.300 km), quasi la metà del raggio terrestre (6.378 km all'Equatore). Nuovamente, dobbiamo scartare la possibilità di un'Arda sferica, poiché tale sfera dovrebbe avere un nucleo molto pesante, o avere un movimento di rotazione molto più veloce di quello attuale, in modo da mantenere una gravità simile a quella terrestre. D'altro canto, però, la curvatura della superficie di Arda sembra dimostrata. Come possiamo unire entrambe le idee?

 

La soluzione evidente è la superficie di una calotta sferica (si veda il grafico 1). Ora, si tratta di determinare il raggio. Purtroppo, non abbiamo abbastanza dati sulla geografia di Arda. Avremmo bisogno di varie misurazioni sul terreno della longitudine del meridiano di Arda, per poter effettuare calcoli del raggio di curvatura abbastanza affidabili. Come ipotesi di lavoro, facciamo finta che questo raggio fosse uguale all'attuale raggio terrestre (supposizione che ci permette inoltre di passare dal mondo "piatto" a quello "sferico" in modo meno traumatico).

 

Partendo dal grafico 1, e approssimando il raggio terrestre a 6400 km, possiamo calcolare l'angolo, già che la longitudine dell'arco (la Cintura di Arda) è uguale al raggio moltiplicato per l'angolo in radianti. Il risultato è uguale a 1,640625 radianti, o 94°. Se calcoliamo l'area della superficie di Arda, questa sarà di 82 milioni di km2 (quella della Terra è di 510 milioni di km2, per cui l'angolo solido di Arda risulta essere di circa 2 steradianti. Una sfera completa possiede un angolo solido di 4 pi steradianti). Per avere un'idea, sarebbe simile alla superficie dell'emisfero nord della Terra dal parallelo 43, che attraversa la Spagna da Finisterre a Roncisvalle.

 

Questi calcoli presuppongono che la curvatura di Arda sia uguale a quella terrestre, dato essenziale che andrebbe accertato. Benché sia difficile, non escludo di poter calcolare la curvatura in modo approssimato, ma -prima di questo- dovrei effettuare una ricerca approfondita degli elementi astronomici ne Il Signore degli Anelli e ne Il Silmarillion, magari aiutandomi con le illustrazioni dello stesso Tolkien. Non è una cosa facile, ma spero che questo piccolo studio valga come un'introduzione a un'analisi più completa sulla struttura di Arda prima della Caduta di Númenor.

 

 

Bibliografia

Il Silmarillion, (1977) a cura di C. Tolkien, RCS Libri, Milano, 2000.

Racconti Incompiuti, (1980) a cura di C. Tolkien, RCS Libri, Milano, 2001.

The Letters of J.R.R. Tolkien, (1981) H. Carpenter Ed., C. Tolkien, George Allen & Unwin, London.

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